Comune di Cassano allo Ionio - Storia e galleria fotografica

Galleria fotografica

Il territorio di Cassano Ionio ha origini assai remote, come dimostrano i rinvenimenti archeologici delle grotte sant'Angelo e le tracce di un'antica fondazione legata al colonialismo magno greco di Sibari. Notizie sicure risalgono alla dominazione longobarda e all'epoca medievale quando Cassano era una delle cittadine più forti del meridione.
Fu sede di Gastaldo e, come tale, comparve nel Trattato di riconciliazione dell'849 tra il principe di Benevento Radelki e Sikenolfi, principe dei Longobardi di Salerno. Il 951 fu l'anno della sottomissione ai Saraceni che tuttavia, capeggiati dall'emiro Al Hassan, risparmiarono la cittadina dalla distruzione, vista la sua bellezza.
Successivi avvicendamenti ci furono tra Ottone I, Ottone II e i saraceni che la ripresero nel 1031. Un miglioramento nell'economia cittadina si ebbe con l'avvento della dinastia normanna (1054); sotto il dominio dell'imperatore Federico II di Svevia, divenne inoltre città regia e fu sede di importanti distretti di governo civili e militari.

In questo periodo essa fu sede e centro di importanti avvenimenti tra cui la battaglia tra re Manfredi, re di Sicilia, e Pietro Ruffo, vicario di Calabria. Gli anni che videro al governo gli Angioini prima e gli Aragonesi poi, furono anni alquanto difficili per Cassano che fu oggetto di un durissimo governo feudale e fu soffocata da imponenti tasse e da un esoso fiscalismo. Alla fine del Duecento Cassano divenne feudo di proprietà di Icerio de Mignac (come risulta in un registro regio del 1284) e passò sotto diversi feudatari: Pietro de Archis, Roberto di Aneto, Francesco Sanginetoe, alla fine del XIV secolo, Roberto Sanseverino che aveva sposato una Sangineto. Rientrò poi nel demanio regio per essere concessa da Carlo II d'Angiò a Roberto d'Aunay.

Cassano, nel XV secolo, era stata sottratta dal re Ladislao ai Sanseverino e concessa a Pietro Acciapaccia di Sorrentoper poi tornare in seno alla potente e nobile famiglia dei Sanseverino che, a causa del crollo finanziario, la vendettero nel 1620 e per 520mila ducati alla famiglia Serra di Genova che ne restò in possesso fino al 1806, anno dell'eversione della feudalità.
Il territorio di Cassano visse dunque il dominio dei greci, i longobardi, le irruzioni saracene e gli assalti dei nuovi imperatori di Occidente e fu nell'epoca dei normanni che godette di un rinnovato sviluppo e di una certa produttività. Infatti fu in questo periodo che la città fu liberata dalle furiose scorrerie dei saraceni e si riconciliò con la chiesa di Roma dopo la parentesi bizantina.
La storia della diocesi di Cassano è altrettanto complessa; essa si estendeva dallo Ionio al Tirreno desumendo, da questa occupazione geografica, il nome di "Diocesi dei due mari".

L'avvento delle idee rivoluzionarie che sorsero in Francia videro Cassano, nel XVIII e XIX secolo, al centro degli avvenimenti politici del tempo ed essa fu sottomessa dall'esercito francese. A seguito di questi tristi avvenimenti Cassano perse il suo maggiore monumento storico: il castello, di cui sono oggi visibili le fondamenta e resti della cinta muraria.
Il 12 marzo del 1806 Cassano venne occupata dai francesi del generale Campère e il 13 agosto, a seguito della disfatta di sant'Eufemia, fu occupata e saccheggiata dal Reynier.
Nella seconda metà dell'Ottocento la Calabria seguì le sorti delle altre regioni meridionali e l'epoca del Risorgimento vide molti cassanesi impegnati nei moti garibaldini; dall'Unità d'Italia Cassano divenne comune autonomo e, dopo la seconda guerra mondiale, la storia di Cassano subì una svolta in cui il nuovo corso fu segnato dalle rivolte contadine per la riforma agraria. Dal 13 agosto 1975 Cassano Ionio è gemellata con la cittadina di Garbagnate Milanese ove risiede un folto gruppo di cassanesi ivi emigrati.

Dell'epoca medievale si ergono i resti del prezioso maniero costruito, probabilmente, durante la dominazione longobarda. I
l castello si erge sulla Pietra del castello e rimase parzialmente in piedi fino agli inizi del XIX secolo mentre oggi non resta che qualche rudere.
Con la dominazione di Ottone I, Ottone II e, successivamente, di Federico II di Svevia il castello cassanese fu abbellito e Carlo d'Angiò ordinò nuovi lavori di riparazione nel 1268; castello che fu sede del Duca di Calabria Alfonso d'Aragona durante il soggiorno del 1489.
Nel 1598 il maniero passò dai Principi Sanseverino di Bisognano al Duca Serra di Cassano che ne avviò un ulteriore restauro nel 1678.

La cripta della cattedrale, secondo alcuni studi, è pure di epoca bizantina pur essendo orientata verso l'arte occidentale.
Nella chiesa originaria è probabile che venissero adorate alcune reliquie e, in essa, i toni artistici dell'epoca bizantina appaiono sui due avancorpi della cappelletta del Crocifisso, sui quali sono dipinti ad encausto e a grandezza naturale, il Martirio di Santa Luciae San Biagio (XIV secolo).

La cattedrale di Cassano Ionio si ammira in piazza Sant'Eusebio e sorge sul luogo di un'antica cappella dedicata a Santa Maria del Lauro a causa del maestoso lauro che un tempo vi cresceva.
Essa risale al XII secolo sebbene esistano evidenti preesistenze: la cripta sotterranea, considerata il più antico luogo di culto della città di Cassano.
E' verosimile che l'originaria fondazione della Cattedrale debba ricondursi al fenomeno del monachesimo basiliano e in essa sono custodite preziose opere d'arte: affreschi sulla volta della navata, sull'arco trionfale, nelle crociere laterali all'abside e pale d'altare tra cui la meravigliosa opera raffigurante la Madonna della Purità.
Dopo la cattedrale, percorrendo via Duomo, si giunge nella piazzetta in cui si erge la chiesa di Sant'Agostino cui un tempo era annesso il convento degli Agostiniani (fondato nel 1521); la chiesa di San Francesco di Paola, quella di San Domenico ecc.

Tra i palazzi del centro storico si erge in piazza Sant'Eusebio, il palazzo vescovile, o Episcopio, di stile tardorinascimentale e adiacente alla cattedrale; palazzo Paterno, palazzo Nola e palazzo Chidichimo sono altri eccezionali esemplari di architettura e decorativismo artistico della provincia di Cosenza.
Un caso da mettere in risalto è certamente quello del palazzo Viafora in via della Favorita (il secondo edificio che fu di proprietà dell'omonimo consigliere provinciale alla fine dell'Ottocento, dal momento che il primo versa in tragiche condizioni e necessita piuttosto interventi di recupero e salvaguardia dell'esistente): il palazzo Viafora ubicato nella zona della città in cui risiedeva l'èlite cassanese, è in fase di restauro e a breve diventerà sede di un polo museale la cui mission sarà non solo salvaguardare l'edificio destinandolo ad un nuovo uso ma anche veicolare tra le nuove generazioni la condizione femminile di fine Ottocento, la storia coeva attraverso fonti d'archivio e testate giornalistiche che verranno esposte nel museo e tanto altro.

L'imponente costruzione del Santuario della Madonna della Catena si erge fuori dal centro abitato di Cassano, su una collina che fa parte del Timpone di San Nicola. Alcuni cenni servono a meglio inquadrare la zona in questione.

A nord est di Cassano, ai piedi dell'antico quartiere "Piede d'Ulivo" giace l'ombrosa Valle dell'Eiano dal nome del fiume che l'attraversa. Nella valle che esso attraversa, tra il monte San Nicola e il Monte di Cassano, si sviluppò il grande movimento del monachesimo bizantino che coinvolse l'intera regione e in particolar modo mise radici a Rossano, lasciando quali preziose testimonianze le grotte anacoretiche del Capitolo, del paradiso, di Scassacane ecc.
E' in questo contesto che si erge il possente santuario della Catena, asilo di pace e di preghiera, maestoso per il porticato che l'abbraccia e mistico per le sue linee architettoniche e sfarzoso nella decorazione pittorica.
Il Santuario ha una struttura settecentesca cui si accede da un maestoso ed ampio porticato rinascimentale che abbraccia e adorna la chiesa su tre lati.
Nella parte inferiore al porticato si articola una sottocostruzione composta da ambienti con stalle, diversi camini e qualche forno, autonoma struttura agricola destinata a chi, nel passato, coltivava le terre circostanti e vi allevava capi di animali.

Il Seicento fu un secolo importante per la crescita e lo sviluppo del monastero poiché il vescovo Mons. Palombo lo trasformò in tempio arricchendolo di numerose rendite "per le oblazioni frequenti e i doni dei fedeli, non solamente della Diocesi di Cassano ma ancora di tutta la provincia e dei paesi più lontani che vi concorrevano per le continue grazie, che si degnava la Vergine Santissima fare ai devoti".

Ciò è rilevato da una lettera di Mons Fortunato (1729-1751) alla Congregazione del Concilio ed è comprovata da una data, messa in luce durante alcuni lavori di ridipintura del santuario, che risale al 1612. Dopo qualche tempo e a causa delle liti tra il Rettore del Seminario che aveva sede nel Santuario e i padroni di Cassano, nel 1748, la famiglia Serra ottenne la chiesa della Catena con bolla papale di Benedetto XIV.
Essa fu restaurata, dotata di 4000 ducati di proprietà e fu eretta ad abbazia che i duchi di Cassano avrebbero potuto conferire in perpetuo a chierici e sacerdoti discendenti da Donna Laura Serra, con l'obbligo di celebrare una messa ogni sabato e ogni festa della Madonna.
L'assenso regio alla suddetta Bolla si ebbe nell'aprile del 1753 come risulta dalla documentazione esistente negli archivi di Cassano. Da un punto di vista architettonico il Santuario ha un imponente porticato in stile rinascimentale da cui si domina la valle dell'Eiano; la facciata presenta tre portali in pietra con cornici lavorate e l'ingresso principale è sormontato dallo stemma del cardinale Serra mentre l'interno, a tre navate, afferisce alla temperie artistica barocca e annovera numerose opere d'arte e affreschi.
Sull'altare maggiore campeggia l'icona della Madonna della Catena, in un tripudio di stucchi, che fu realizzata su pietra con pittura ad encausto e raffigura la Vergine su una cattedra di legno a spalliera alta. Con la mano destra essa regge il Bambino Gesù e con la sinistra una catena spezzata (riferimento alle grazie concesse dalla Vergine nel periodo delle incursioni arabe e della schiavitù saracena dell'VIII-XII secolo) e pone una serie di interessanti questioni storico-artistiche nel confronto con le icone bizantine coeve.

Il percorso di Cassano Ionio, che continua con numerose fontane monumentali, si completa con la ricchezza naturalistica del territorio comprendente la Collina Monte, i laghi di Sibari, la spiaggia e le splendide Grotte. di S. Angelo, della Pavolella o degli Scheletri, la Grotta superiore e della caverna ecc.

Testi e foto tratti da provincia.cs.it/retemuseale
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