Comune di Civita - Storia e galleria fotografica

Galleria fotografica

Fondata intorno al 1471 da profughi albanesi i quali popolarono il preesistenteCastrum Sancti Salvatoris distrutto nel 1456 in seguito ad un devastante terremoto, la cittadina si erge su un terrazzo naturale in una delle più suggestive e accattivanti vallate del Pollino ed è circondata da un paesaggio superbo di verdi montagne, rocce, dalle Gole del Raganello e da improvvise quanto magnifiche aperture sul mar Ionio.
Da un punto di vista etimologico Civita potrebbe essere un antico toponimo legato alle parole Çifti, ossia "coppia", probabile indicazione che il paese deriva dall'unione di due antichi rioni (Sinandoni e Magaxini) oppure da Qift, ovvero "aquila", che è il simbolo degli albanesi, Se, invece, per il toponimo si fa riferimento all'etimologia latina Civita deriverebbe da Civitas.

Il primo signore di Civita fu Giorgio Paleologo Assan e, intorno al XVII secolo, la cittadina fu sottratta al territorio di Cassano, baronia dei Principi di Bisignano, e resa feudo autonomo passando poi dai Sanseverino ai Campilongo, ai Rovitti e, infine, ai Serra-Cassano.
Nell'odierna Civita era un tempo collocata una stazione di sosta lungo l'antico itinerario dei Sibariti che risalendo la fiumara detta oggi del Raganello e un tempo Akalandros, salivano sul Pollino per svariate ragioni e ivi sostavano per la piacevolezza del luogo.

Nel suggestivo centro storico di Civita si erge la chiesa matrice di Santa Maria dell'Assunta, fondata nel XVII stando anche ad un documento conservato nell'archivio notarile secondo cui la signora Costanza Martina Camodeca aveva fatto erigere una cappella privata nella chiesa madre di Civita già nel 1641.
Esternamente la chiesa presenta forme semplici ma imponenti e, addossato all'abside, un corpo aggiunto che costituisce la Torre Campanaria con l'orologio arricchisce la mole dell'edificio ecclesiastico.
La facciata della chiesa presenta un portale di accesso maggiore molto ampio e due porte minori; la principale presenta una strombatura ed è sormontata da un medaglione contenente il mosaico del busto di San Biagio, compatrono della comunità e da un finestrone.
L'interno della chiesa madre si presenta a struttura basilicale ed è illuminata da finestre in vetri policromi che si aprono sulle navate laterali; la navata centrale è coperta con volta a botte in cannucciato sulla quale si possono ammirare quattro affreschi eseguiti nel 1858 da Vincenzo Capaccio raffiguranti l'Immacolata, San Biagio, la Madonna del Rosario con san Domenico e Santa Caterina e, infine, la Trinità.

Le navate laterali presentano, invece, volte a crociera e sono arricchite da altari di impronta rinascimentale ciascuno con tele e dipinti di pregevole fattura (l'icona di San Biagio e le statue di Santa Maria del Purgatorio, Santa Maria del Carmelo ecc.). L'abside della chiesa non presenta la consueta forma semicircolare ma si presenta a pianta rettangolare e leggermente rialzata rispetto al resto della chiesa; sul transetto si affacciano due amboni utilizzati l'uno come pulpito e l'altro per l'esposizione di un organo settecentesco.
La chiesa di Civita, latina nei suoi tratti fisici, tenta una perfetta sintesi dei valori della Chiesa orientale e di quella occidentale sia da un punto di vista architettonico sia stilistico e rituale risultando un unicum nel panorama ecclesiastico della provincia di Cosenza.
L'iconostasi che si presenta agli occhi del fedele e del visitatore esterno, i mosaici del Vima dell'artista albanese Droboniku Josif, le icone e le pitture bizantine che arricchiscono questo meraviglioso tempio rendono necessaria una sosta a Civita, centro in grado di vantare unicità artistiche, museali e naturalistiche d'eccellenza.

Civita Bandiera arancione
Civita si presenta come un vivace borgo dal centro storico esteso e immerso in un contesto naturalistico di grande pregio e bellezza.
La località si distingue inoltre per l'efficiente servizio di informazioni turistiche, grazie all'ufficio accogliente presso il quale è possibile trovare del personale preparato e alla variegata gamma di servizi complementari offerti al turista.
Notevole è inoltre la promozione della storia, degli usi e dei costumi della minoranza linguistica Arbëresh.

Testi e foto tratti da provincia.cs.it/retemuseale
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