Comune di Orsomarso - Storia e galleria fotografica
Galleria fotografica
Il comune di Orsomarso rientra per circa il 90 per cento del suo territorio nel PARCO NAZIONALE DEL POLLINO ed è attraversato dal fiume Argentino -del quale occupa l'ampia vallata- dal Lao e dal torrente Porta la Terra e si trova ai piedi del Timpone Garramillo sul quale sembra volersi inerpicare.
La storia di Orsomarso affonda le radici in epoca medievale quando i suoi monti divennero sede prediletta dei monaci basiliani provenienti dall'Oriente i quali vi edificarono una serie di eremi e piccoli monasteri di cui resta traccia nei sentieri orsomarsesi connessi all'antica Eparchia del Mercurion.
In questo contesto giunse anche San Nilo da Rossano e fu qui che visse in un eremo di cui oggi restano preziosi frammenti e affreschi originali a testimonianza della sua vita ascetica e di preghiera.
E' verosimile che l'abitato di Orsomarso si sia costituito attorno ai monasteri basiliani in modo non uniforme e la prima citazione del borgo Ursomarcius risale al 1276 mentre, circa un secolo dopo, il toponimo compare come castro Ursi Marsi.
Altre ipotesi ipotizzano la derivazione del toponimo dal Monte Orrido o dalla presenza di un orso nei boschi della famiglia Marzio (da cui Ursumarzo) tuttavia senza fondamento.
La storia feudale di Orsomarso ha inizio nel Duecento quando il territorio è attestato quale proprietà della famiglia Minutolo alla quale seguirono i Sersale prima e i Sanseverino (ramo di Lauria) poi.
Orsomarso entrò a far parte della baronia di Perrotto Brisach, ufficiale della Regina d'Ungheria sorella del re di Napoli e vi rimase fino al 1580, anno in cui passò ai de Alarçon y Mendoza, marchesi di Rende.
La crisi del borgo avvenne quando i Senseverino di Bisignano ne acquisirono la proprietà nel periodo del loro fallimento (1633 ca.) e il feudo di Orsomarso passò definitivamente ad Andrea Brancati che lo detenne fino all'eversione della feudalità.
Il percorso storico-artistico di Orsomarso è ricchissimo sebbene il paese sia molto piccolo; il visitatore potrà ammirare dall'alto e in un solo sguardo tutto il borgo, i monti, le grotte e le chiese più periferiche dopo aver percorso il sentiero che conduce alla Torre dell'Orologio e da lì potrà godere dello splendido patrimonio naturalistico del paese.
La chiesa madre, intitolata a San Giovanni Battista, si trova nella piazza principale e vi si accede da uno dei lati recante l'effigie del santo titolare della chiesa (comparsa casualmente per l'umidità, al di sotto di una precedente iscrizione) o dal portale sulla facciata principale.
La chiesa fu edificata su una preesistenza di origine medievale i cui meravigliosi resti si possono ammirare entrando nella sacrestia ove il visitatore troverà, perfettamente conservati, episodi di affreschi medievali.
A navata unica, la chiesa settecentesca presenta invece numerose opere d'arte tra cui le sculture di Sant'Anna e San Sebastiano, le pale votive sulle pareti della navata e i pregevoli affreschi del presbiterio -con storie di San Giovanni Battista- probabile opera del locale artista Colimodio.
La chiesa del SS. Salvatore fu edificata nell'XI secolo e rifatta nel Cinquecento; in essa sono visibili elementi di architettura romanica nel campanile e nel portale e dipinti raffiguranti San Gennaro, San Biagio, San Gregorio, San Tommaso e, nel soffitto dell'abside, una Sacra Famiglia.
Statue e elementi di arte sacra (piatto in rame, croce argentea ecc.) completano il patrimonio artistico della chiesa.
La piccola chiesa di San Leonardo, invece, si trova nell'estremità del centro abitato e sorge su un'antica cappella basiliana dedicata in origine a San Fantino, Vigumeno dell'Eparchia monastica del Mercurion, relativamente al quale sono presenti alcuni preziosi affreschi.
La chiesa presenta una struttura architettonica che ben si colloca nella temperie bizantina di cui troviamo traccia nel rossanese, nell'Italia meridionale in genere e nella Cappadocia e, probabilmente, il primo livello di cui si costituisce era in origine interamente affrescato.
Numerose sono le chiesette sparse nei monti e nelle grotte orsomarsesi ma importante è l'Eremo di San Nilo, vera dimora ascetica e di preghiera del Santo rossanese, visibile al termine di un tortuoso e affascinante sentiero immerso nella natura.
La Grotta di Sant'Angelo, o chiesetta di San Michele Arcangelo, è verosimilmente l'eremo che ospitò San Nilo dal 942 al 950 ca. e si tratta di una grande caverna, profonda circa 4 metri nella quale bisogna "scendere" per accedervi e il cui ingresso è chiuso da una parete completamente affrescata dalla quale il Santo poteva osservare le scorrerie saracene pur rimanendo in preghiera.
La Grotta dell'Angelo rappresenta il cuore del patrimonio naturalistico di Orsomarso, ricco tuttavia per l'Osservatorio naturalistico del Parco del Pollino, per la riserva naturale della valle del fiume Argentino, per la suggestiva Grotta della Madonna e per la località Ficara, oasi naturalistica ricca di flora e fauna e attrezzata per il pic-nic.
Testi e foto tratti da provincia.cs.it/retemuseale
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