Museo archeologico della Sibaritide - Sibari

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La più antica colonia dei greci nella costa ionica calabrese è Sibari, posta fra i fiumi Coscile e Crati; essa fu fondata nel 720 a.C. -come testimoniano gli studi e i costanti scavi archeologici- da coloni provenienti dalla regione dell'Acaia, nel Peloponneso.
La colonia fu fondata in una vasta area pianeggiante che, a causa della sua vocazione paludosa, era rimasta lontana dall'insediamento autoctono prima di essere bonificata dai greci e, in seguito, divenne celebre e potente per le sue ricchezze, i territori e la forza espressa in numerose guerre.

A partire dal 1969 sono stati aperti cinque cantieri archeologici che, pur coprendo una vasta area, rivelano una minima parte dell'antica città sibarita. Gli scavi tuttora aperti e fruibili e i cui reperti sono esposti nel Museo Archeologico della Sibaritide, sono: il Parco del Cavallo, la Casa Bianca, il Parco dei Tori o Stombi ecc.

Il Parco del Cavallo fu il primo scavo ad essere aperto (1932) ed in esso sono stati rinvenuti un teatro romano semicircolare (edificato trasformando una precedente porticus del 50 d.C. ca.), due grandi terme e diverse abitazioni del periodo di Copia (colonia di diritto latino presa dai romani nel territorio dell'antica Thurii -194 a.C.).
Dai rinvenimenti effettuati nel Parco dei Tori, invece, è emerso che la popolazione sibarita fosse particolarmente dedita alla lavorazione della ceramica ed inoltre si tratta dello scavo più isolato, quello che forse ricalca la storia dell'antica Sybaris.

I reperti sono conservati ed esposti nel Museo Archeologico della Sibaritide, nato con lo specifico obiettivo di valorizzare e rendere fruibili i risultati di anni di campagne di scavo archeologico (fin dal 1879).
Le sale destinate all'esposizione sono cinque e divise cronologicamente: età del bronzo e del ferro, età arcaica, età classica ed ellenistica ed età romana e annovera nel suo interno opere di grande pregio e rilievo.

Il museo nazionale archeologico della Sibaritide è nato con l'esigenza di conservare ed esporre i reperti frutto delle numerose campagne di scavo che hanno riportato in luce le antiche e fiorenti città di Sybaris, Copia e Thurii, oggi riemerse nelle aree protette del Parco del Cavallo, della Casa Bianca, del Parco dei Tori e Stombi.
In esse emergono i resti di agglomerati urbani, teatri, case private, necropoli, fornaci e strade dell'antico insediamento magnogreco, fiore all'occhiello della provincia di Cosenza e di tutto il meridione.

Il museo presenta, nella prima sala, reperti risalenti alla Protostoria. Essi, presentati con pannelli didattici lungo il percorso, provengono dai siti di Torre Mordillo (perlopiù ceramiche e vasellame) e da Broglio di Trebisacce (XVV-XIV a.C.).
Il primo insediamento era posizionato su un terrazzo di origine marina prospiciente la piana di Sibari, riscoperto nel 1888, mentre il secondo sorgeva su un'altura a sperone della piana di Sibari.

La seconda sala espone vari reperti di antiche decorazioni architettoniche: ceramiche provenienti da Sibari, fregi ionici (sia in grossi blocchi sia piccoli pezzi) provenienti dal Parco del Cavallo ecc.

Nella terza sala è l'insediamento di Francavilla Marittima -con il noto ed imponente Santuario di Athena sul timpone Motta- a mostrare le proprie meraviglie attraverso pissidi, alabastri e coppe.
Elementi architettonici, inoltre, documentano la monumentalizzazione degli edifici di culto nella prima metà VI secolo a.C, nel sito di Francavilla e le statuette votive (presenti nella selezione di coroplastica e restituite dal J.P. Getty Museum di Malibu e dall'Istituto Archeologico di Berna) sono evidentemente confrontabili con tipi presenti nei depositi votivi del santuario di Francavilla.

Sempre afferenti al territorio di Francavilla sono i reperti esposti nella vetrina con corredi funerari provenienti dalle tombe rinvenute, intorno agli anni Sessanta, nella vasta necropoli Macchiabate.
La quarta sala è dedicata completamente a Thurii, abitato ellenistico della prima metà IV a.C. e altre consistenti vetrine denotano la ricchezza ornamentale e la produzione quotidiana legata alle attività lavorative in località Salto (Cariati); i corredi funerari rinvenuti nella tomba a camera di un guerriero brettio (330 a.C) e l'attività di altri centri della Sibaritide.

Testi e foto tratti da provincia.cs.it/retemuseale
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