Museo di Santa Maria della Consolazione - Altomonte

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Il museo nasce nel 1980 per documentare la storia di Altomonte, con particolare riferimento ai suoi feudatari mecenati ed all' ordine religioso dei Domenicani.

Il Museo è ospitato nell'antico convento dei Frati Domenicani attiguo alla chiesa di Santa Maria della Consolazione.
L'edificio, posto a strapiombo sulla vallata di Altomonte con posizioni tipiche di strutture da difesa, era sorto inizialmente come abitazione del conte. Dal 1444 il palazzo cominciò ad assumere la forma tipica di un convento.
Divenuto ben presto centro di alta spiritualità, il cenobio ospitò una fornitissima Biblioteca ed ebbe parte importante nella Riforma domenicana in Calabria.
Tra il 1588 e il 1589 vi soggiornò Tommaso Campanella.
È nota la ricchezza di suppellettili ed elementi di arredo del convento, dovuta essenzialmente alla munificenza dei principi di Sanseverino, signori di Altomonte ma anche alla ricchezza dell'Ordine Domenicano nel periodo Barocco, quando sia la struttura monastica che quella ecclesiastica videro incrementarsi il già cospicuo tesoro attraverso importazioni di opere d'arte direttamente da Napoli (tele provenienti da botteghe giordanesche).

Leggi tutta la storia del museo.

La trecentesca chiesa di Santa Maria della Consolazione, cui il convento è direttamente collegato, è da considerarsi come una delle più importanti testimonianze angioine calabresi.
Il museo ospita opere provenienti in gran parte dalla chiesa stessa, assieme a reperti appartenenti a collezioni private o ad altre chiese sparse nella cittadina.
Il nucleo più interessante e di maggior pregio, è quello riferibile al periodo di massimo splendore di Altomonte, legato alla committenza di Filippo di Sangineto e ai concreti legami con Napoli e la Francia.

Percorso museale

Le opere conservate nel Museo sono soprattutto dipinti, sculture, arredi, paramenti sacri e argenteria e provengono, oltre che dalle cappelle della Chiesa domenicana, anche dal complesso monastico di San Francesco di Paola e dalla chiesa di San Giacomo Apostolo.
Nell'ingresso del museo sono esposte quattro splendide colonne, di cui due tortili in alabastro con un tabernacolo; mentre,sulla destra, una grande sala ospita alcune tra le principali opere della collezione tra cui la Madonna delle Pere di Paolo di Ciaccio.
Costui appartenne alla scuola di Antonello da Messina tanto che nell'opera si trovano evidenti riferimenti alla cultura e al linguaggio pittorico fiammingo -oltre che classico- e novità rispetto ai canoni artistici quattrocenteschi.
Nella sala è esposta una grande tela ad olio attribuita al Solimena e una preziosa opera di Pietro Negroni; la Madonna con Bambino.

Alabastri di Provenza raffiguranti un Crocifisso, un San Giorgio e un San Michele sono esposti nella terza sala insieme ad una grande tela con la Madonna del Rosario raffigurante, entro 15 medaglioni, scene di vita della santa.
Nella sala a sinistra dell'ingresso, sono esposte opere connesse alla figura del principe Filippo Sangineto e al suo mecenatismo artistico tra cui la preziosa tavoletta di Simone Martini raffigurante San Ladislao (1326 - cm 43x21), verosimilmente realizzata (come dittico) su commissione del Sangineto quando questi era in Toscana al seguito di Carlo d'Angiò (duca di Calabria).

Altre preziose opere della sala sono i dipinti attribuiti a Bernardo Daddi, attivo tra il 1320-1340 a Firenze, raffiguranti San Giovanni e la Maddalena (48x23 cm), Sant'Agostino e San Giacomo (cm 47x22), commissionate verosimilmente dallo stesso Filippo Sangineto come ante laterali di un trittico che aveva al centro la Madonna con Bambino.
I due dipinti del Daddi, secondo la critica, dimostrano gli orientamenti filogiotteschi presenti in Calabria nel XIV secolo.
La sala ospita inoltre due sculture mutili, elementi decorativi del XVII secolo, frammenti di affreschi (XII), una colonna, un altarolo su tavola attribuito al Maestro di Antonio e Onofrio Penna (attivo a Napoli nel XV secolo) e due tavolette in alabastro provenienti da un atelier francese del XIV secolo raffiguranti Storie della Vergine e Storie della Passione.

Nelle sale inferiori un plastico con la Torre di Altomonte e il convento di Santa Maria della Consolazione e, inoltre, piviali riccamente decorati, paramenti sacri, ostensori e tabernacolo ligneo intagliato e dipinto.
Il percorso museale continua nei corridoi del Comune e nella sala consiliare ove è esposta la grandissima tela di Domenico Purificato dal tema L'Emigrazione che fa riferimento alla sorte di tanti calabresi nel primo Novecento.
Nei corridoi si susseguono foto storiche della città di Altomonte, antichi mobili in legno nei quali erano un tempo conservati i paramenti sacri esposti nel museo, sculture in legno d'ulivo e tele di ottima fattura provenienti anche esse dalle chiese cittadine ma che non entrano nel museo per ragioni di spazio.

Sale espositive

L'edificio è composto da seminterrato e due piani rialzati.
Si accede al museo dal chiostro del convento. Il museo è stato realizzato nel pianterreno.
Al piano superiore si accede attraverso scala esterna.
Le sale espositive sono state ricavate dalle antiche celle dell'ex Convento dei Domenicani, attiguo alla Chiesa di Santa Maria della Consolazione, per un totale di 3 sale sopra e 5 sotto.

Testi e foto tratti da provincia.cs.it/retemuseale
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