Comune di Morano Calabro - Storia e galleria fotografica

Galleria fotografica

Morano Calabro è un piccolo centro della provincia di Cosenza che si sviluppa nell'alta valle del fiume Coscile e ai piedi del Pollino, a poca distanza dal passo di Campotenese (uscita autostradale).
Le origini di Morano sono antichissime e si trova testimonianza della sua esistenza, con il nome di Muranum, in una pietra miliare del II secolo a.C. rinvenuta a Polla (Salerno) e risalente all'epoca in cui la città era una stazione dell'antica via consolare Regio-Capuam.
Il paese, con il nome di Summuranum, è presente anche nell'"Itinerario di Antonino" (II secolo d.C.) e nella Tabula Peutigeriana (III d.C.) e sul suo nome sono state formulate diverse ipotesi mai del tutto avvalorate dalla documentazione coeva. Con l'arrivo degli aragonesi Morano Calabro divenne proprietà dei Sanseverino di Bisignano e, in seguito, degli Spinelli di Scalea (1614) che la mantennero fino all'eversione della feudalità (1806).
La città è gemellata con Porto Alegre, località brasiliana del Rio Grande do Sul dove esiste una consistente colonia di emigrati moranesi.

Da un punto di vista urbanistico Morano si distingue dagli altri centri della provincia cosentina poiché l'abitato si sviluppa a ridosso di un'altura a forma conica e le case, vicinissime le une alle altre, sembrano aggrapparsi alla roccia come fossero una pigna.

Il percorso storico-artistico moranese ha origine dai ruderi del castello.
Esso fu realizzato dopo la liberazione dei moranesi dal dominio saraceno (ad opera dei normanni) nel 1076 e fu fortificato con un possente torrione acquisendo, nel XIII secolo, un vero e proprio sistema difensivo costituito da mura e torri di avvistamento.
Negli anni Quaranta del Cinquecento il maniero fu ricostruito sotto il dominio di Pietro Antonio Sanseverino e nei primi decenni del Seicento fu dimora dei Principi di Scalea, Spinelli.
Dal castello che domina il tessuto urbano si consiglia di visitare l'eccezionale numero di edifici ecclesiastici presenti nel centro storico: la chiesa matrice dei SS. Pietro e Paolo fu edificata intorno al Mille e presenta linee semplici in facciata e un campanile in stile romanico; all'interno si ammirano una eccezionale quantità di opere d'arte tra cui una grande tela del Pomarancio (1552-1626) raffigurante il Compianto del Cristo Morto e altri due dipinti, dietro l'altare maggiore, con i ritratti di San Pietro e San Paolo; due coppie di statue di Pietro Bernini -padre del più noto scultore Gianlorenzo Bernini- raffiguranti Santa Lucia, i Santi Pietro e Paolo e una statua di Santa Caterina d'Alessandria; un dipinto del pittore Colimodio, attivo ad Orsomarso, raffigurante l'Adorazione dei Pastori e, nel soffitto, i resti di un ciclo iconografico del pittore mormannese Genesio Galtieri.
Completano l'ingente e unico patrimonio della chiesa una serie di oggetti liturgici e preziosi ostensori e astili che fanno dell'edificio un vero e proprio museo d'arte sacra.

Altrettanto suggestiva è la chiesa di Santa Maria Maddalena che, costruita sui resti di un'antica cappella bizantina e riedificata nel XVI secolo, è oggi visibile da ogni angolo del paese per la sua splendida cupola e il campanile maiolicati.
La chiesa offre al visitatore reperti importanti d'arte sacra tanto da essere annoverato tra i musei del paese: la Madonna degli Angeli di Antonello Gagini (1505), la Madonna della Candelora proveniente dal convento di Colloreto, bellissime pale d'altare lungo le navate laterali firmate e datate dal Sarnelli, dal Tomaioli, dal Torres e una croce argentea di assoluto pregio e rilievo artistico. Nella chiesa della Maddalena è stato trasferito, dal convento di San Bernardino, il polittico di Bartolomeo Vivarini firmato e datato 1477 e verosimilmente commissionato dall'Ordine dei Francescani Osservanti in occasione della costruzione del complesso monastico.
Nel polittico sono raffigurati la Madonna con Bambino, il Cristo, le figure di San Francesco d'Assisi e San Bernardino da Siena, Sant'Antonio da Padova e San Ludovico da Tolosa e, tutt'intorno figure di Santi per un numero complessivo di 25 tavole dipinte su fondo dorato.

La chiesa di San Nicola di Bari, non lontano dalla precedente, è costituita da due corpi di fabbrica di differente epoca: la parte inferiore, di epoca medievale, denominata "succorpo" spicca per il dipinto raffigurante il Giudizio Universale, opera di Angelo Galtieri da Mormanno (1739) e la parte superiore, relativa al XV secolo e ad unica navata, presenta tele del noto artista Pedro Torres (1598 ca.).

Il suggestivo e ricco itinerario storico-artistico di Morano prevede la visita della chiesa e convento di San Bernardino, risalente alla prima metà del '400 per volontà del principe di Bisignano e signore di Morano calabro Antonio Sanseverino e del pontefice Nicolò V.

La chiesa fu oggetto di una serie di rifacimenti nel Cinquecento, nel Seicento e nel XVIII secolo e fu soppresso nel 1811. Il chiostro e il portico presentano quasi intatti i loro caratteri originari e, in facciata, sono presenti due aperture una ad ogiva e un'altra ad arco ribassato e brani pittori del XV secolo sopravvissuti nel tempo.
L'invaso ecclesiale, mononavato e culminante con abside voltato a crociera, si presenta sobrio ed austero come è tipico del linguaggio gotico-cistercense e presenta un bellissimo soffitto ligneo del Cinquecento.
Originariamente il trittico di Bartolomeo Vivarini era custodito in questa chiesa ove, verosimilmente, fu commissionato proprio dai frati e dal Sanseverino.

Da visitare sono ugualmente la chiesa di Santa Maria delle Grazie e l'annessa chiesetta della Sanità, la chiesa di Santa Maria del Carmine -mononavata e con l'altare maggiore del 1658 abbellito dalla pala di Pedro Torres raffigurante la Madonna del Carmine tra i SantiFfrancesco di Paola e Lucia-, la chiesa e convento dei Cappuccini (risalente al periodo 1590-1606 e ricca di altari lignei realizzati dai rati dell'Ordine e, infine, caratterizzata dalla presenza, sull'altare maggiore, del dipinto raffigurante San Francesco e la Madonna con Bambino, opera di Ippolito Borghese (XVII secolo).
Concludono il percorso ricchissimo di arte a Morano una serie di interessanti palazzi gentilizi dislocati nel tessuto urbano e i musei di Storia dell'Agricoltura e della Pastorizia e la raccolta privata geologica, mineralogica e malacologia di P. D'Agostino.

Morano, per la sua ubicazione, è tuttavia nota anche per i suoi percorsi naturalistici come le Grotte di San Paolo, complesso carsico situato nell'omonima contrada e esteso circa 800 metri costituito da aperture nella roccia che consentono la circolazione delle acque provenienti dalle falde del Pollino; l'area in contrada Foce dalla quale si origina il fiume Coscile; la località Campotenese-Laccata e la località Campiglioni.

Testi e foto tratti da
provincia.cs.it/retemuseale
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