I castelli del PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Castello dei Conti o di Serra Giumenta (Altomonte)Il castello fu costruito nel XII secolo ed era l'abitazione dei signori di Altomonte.
Per la sua posizione dominante ebbe una grande importanza sia militare che difensiva.
Fu rimaneggiato nel corso degli anni e ampliato da una serie di costruzioni che arrivano fino al limite della rupe
che sovrasta.
Conserva una graziosa loggia a tre arcate con copertura di legno che affaccia sulla Piana di Sibari.
Presenta importanti tracce di affreschi. All'interno si apre un cortile.
In pietra lavorata sono gli stipiti delle feritoie e le mensole.
Nella parte est del castello si trova, inoltre, una loggia a pianta circolare a sei cornici. Oggi ospita un albergo a
cinque stelle con splendidi saloni ed eleganti suites.
La Torre fu costruita nel 1052 da Roberto il Guiscardo e rimaneggiata nel 1269 da Guglielmo Pallotta.
Era parte di un sistema di difesa territoriale proprio dei Normanni, i quali solo più tardi adottarono la costruzione
di torri rotonde, come quelle saracene.
E' articolata su quattro livelli, il primo dei quali fungeva da cisterna. Alta 25 metri ha forma quadrata.
Sul lato sud della torre bella bifora con archi ogivali tipicamente gotici. Fu abitata fino agli inizi del 1900.
Negli ultimi anni gli interni ristrutturati sono adibiti a sale mostre.
Il castello aragonese di Castrovillari fu completato nel 1490 dagli Aragonesi (Ferrante I), succeduti dopo lunga
lotta agli Angioini, e adeguato all'uso delle nuove armi da fuoco.
Era dotato di un fossato e di un ponte levatoio.
All'interno si presenta a forma di rettangolo, ma all'esterno acquista una forma trapezoidale considerando le 4 torri
angolari, uguali in qualche particolare, ma diverse nell'aspetto e nelle proporzioni.
Sono orientate quasi con precisione verso i punti cardinali.
Ben conservate le feritoie e qualche caditoia da dove buttavano sassi e materie infuocate sugli assalitori.
Tutti i castelli Aragonesi avevano le stesse somiglianze, allo stato delle conoscenze e dei pochi documenti esistenti.
Sono stati ritrovati pochi documenti, quindi non si può stabilire in quale data siano iniziati i lavori per
costruire il castello.
Un marmo murato al di sopra del rimaneggiato portale d'ingresso, che il re Ferdinando I d'Aragona lo fece costruire,
presenta, in bei caratteri lapidari della fine del XV sec., la seguente inscrizione:
FERDINANDUS. REX. DIXI. ALFONSI.FIL.
DIVI. FERD. NEP. ARAGONIUS. ARCEM.
HANC. AD. CONTINENDOS. IN. FIDE. CI.
VES. A. FUND. FACIUNDAM. CURAVIT.
ANO. D. M. CCCCLXXXX.
Il castello fu quasi sempre teatro di martirio e di dolore per gli orribili misfatti che vi consumarono.
I condannati venivano buttati a marcire nelle tetre e umide torri e dei fossati e chi riusciva a sopravvivere,
si muoveva su cadaveri putrefatti.
Non a caso fu definito cimitero dei vivi e la torre più grande detta "infame".
Il castello aragonese, di cui rimangono alcuni resti, sorgeva su un colle a 500 m s.l.m. in posizione dominante
rispetto all'abitato di Laino Castello.
Costruito con tre lati a picco sulla sottostante valle del fiume Lao, consente ancor oggi di godere di uno
splendido panorama.
Dell'antica costruzione si possono osservare, discretamente conservati, i bastioni speronati a torretta e le torri.
Appare in ruderi sulla sommità dell'abitato in posizione strategica da dominare tutta la valle dell'antico fiume
Sybaris.
Le sue origini risalgono all'epoca romana quando vi fu eretto un fortilizio utilizzato come base per l'attuale
castello, edificato nel suo nucleo originario in epoca Normanno-Sveva.
Venne in seguito ampliato nel primo quarantennio del cinquecento per volere del feudatario Pietrantonio Sanseverino
che, nel compiere i lavori volle ispirarsi al modello del Maschio Angioino che sorge in Napoli.
Il Castello, era dunque la residenza del feudatario in Morano, insieme alPalazzo dei Prìncipi che sorge all'ingresso
del borgo accanto alla porta sull'antica via delle Calabrie.
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