Cultura e tradizioni arbërësh
Visitare Civita è fare un tuffo nella cultura e tradizione arbëreshë.
Tutto ciò che i primi albanesi giunti qui portarono è stato gelosamente conservato fino al nuovo millennio:
la lingua, i costumi, le festività, la cucina.
Camminando per le strade di Civita si possono fare degli incontri particolari: le donne anziane che giornalmente
vestono i costumi tipici di questa tradizione colorati e ricamati con fili d'oro e di cui si fa sfoggio durante le Vallje.
La Vallja è una "ridda", cioè una danza a cerchio che si esegue per le strade e le piazze del paese il martedì
dopo Pasqua e rievoca la vittoria di Skanderbeg sugli invasori turchi proprio nei giorni pasquali.
E' eseguita da giovani in costume che, con fantasiose evoluzioni ed improvvisi spostamenti, si tengono a
catena ed "imprigionano" i passanti, costringendoli a pagare, simbolicamente, il loro riscatto; in seguito,
al prigioniero vengono indirizzati versi di lode e di ringraziamento in lingua arbëreshë dal ritmo
sempre uguale.
Altre tipiche manifestazioni del folklore arbëreshë sono le serenate di San Valentino e le Kalimere,
che sono canti religiosi che rievocano la Passione e la Morte di Cristo. Di notevole interesse è anche la
"Fjaleza e mire" (la buona parola), cerimonia sul sagrato della Chiesa all'alba della domenica di Pasqua.
La Chiesa di Civita appartiene all'Eparchia di Lungro, istituita nel 1919 dal papa Benedetto XV per gli
italo-albanesi.
Il paese mantiene la religiosità greco-bizantina e si differenzia da quella occidentale per la grande solennità
delle funzioni liturgiche, per il diritto canonico proprio, per il calendario liturgico, tutto in riferimento
alla Chiesa ortodossa di Costantinopoli.
I riti che più si differenziano dal rito cristiano sono il Battesimo e il Matrimonio.
Per quanto riguarda la gastronomia, il convivere sullo stesso territorio delle popolazioni calabresi e albanesi ha
creato dei piatti molto gustosi e appetibili.
Gli ingredienti base della cucina civitese sono le carni fresche e conservate: tipica è la soppressata intera e
quella con le carni tagliate rigorosamente a mano.
Molto gustosi sono anche il formaggio pecorino, prodotto con latte di greggi pascolate su prati ricchi di
erbe aromatiche della montagna apollinea, e la pasta di casa.
Infatti, nelle comunità arbëreshë la farina non mancava mai e spesso si ricorreva e ricorre alla pasta
di casa elaborata in varie forme (shtridhelat, strangulerat, rrashkatjelerat, dromsat, ecc.), il cui sapore è
ulteriormente esaltato da sughi semplici o di carne, insaporiti da ricotta stagionata e da erbe
spontanee profumate.
I secondi piatti protagonisti della tavola civitese sono il capretto e l'agnello lattante, nonché le frattaglie con
o senza salsa piccante.
Tutto questo cibo di buon gusto viene sublimato da un ottimo vino rosso D.O.C. del PARCO NAZIONALE DEL POLLINO e
il pasto si conclude con i dolci tipici (bukonotrat, skalettat, krustulit, peta, cici, ecc.).
L'artigianato civitese è ricco di opere eccellenti create dalle mani delle donne civitesi: veri capolavori
ottenuti dal ricamo, dal lavoro all'uncinetto, ai ferri e con l'antico telaio, con il quale si realizzavano le
tipiche coperte arbëreshë a quadri in un tessuto misto di lana e seta grezza (kukulje).