Civita
Civita è uno dei centri italo - albanesi (arbërësh) sorti alla fine del basso medioevo
nell'Italia centro-meridionale.
È stata fondata intorno al 1471 da profughi albanesi giunti sulla costa calabrese dopo la morte dell'eroe
nazionale Giorgio Castriota Skanderbeg e alla conquista progressiva dell'Arberia (l'albania greco-bizantina medievale) e di tutto l'impero Bizantino da parte dei Turchi Ottomani
Civita sorge su una terrazza naturale (a 450 m s.l.m.) collocata sul versante calabrese del PARCO NAZIONALE DEL POLLINO, a breve distanza dal mar Ionio e si affaccia sulle gole del Raganello, canyon naturale impressionante.
Il paese si trova in una posizione ideale per raggiungere le spiagge del mar Ionio (da cui dista circa 15 Km)
e le stazioni termali di Cassano allo Ionio e Spezzano Terme.
La ricchezza paesaggistica di Civita, però, non è solo ambientale.
I suoi fondatori portarono con loro tutto il patrimonio etnico, religioso e culturale caratteristico dei loro
territori d'origine e che tuttora è presente nella vita del paese, conservato integro fino ai giorni nostri.
La vita del paese è scandita dalle cose più semplici che sono arrivate a noi dal passato.
Si possono apprezzare i riti greco-bizantini, le danze folkloristiche come le coinvolgenti vallje, i costumi tipici
della tradizione arbërësh, indossati tuttora come abiti giornalieri dalle persone anziane, nonché la lingua civitese, tramandato oralmente di generazione in generazione.
Civita è il punto di partenza ideale per escursioni a cavallo, in mountain bike, trekking, arrampicata e torrentismo
nelle Gole del Raganello insieme a guide esperte e qualificate nella natura incontaminata del PARCO NAZIONALE DEL POLLINO, il più esteso d'Europa.
La bellezza di Civita, poi, fa anche riferimento a caratteristiche architettoniche, quali gli stupendi comignoli, vere e proprie opere d'arte povera, che richiamano la cultura orientale e che sormontano le piccole case in pietra e le case di Kodra, ossia delle case dal "volto umano" che si possono ammirare passeggiando per il centro storico.
Per quanto riguarda la gastronomia, gli ingredienti base della cucina civitese sono sia le carni fresche che quelle
conservate (tipica la soppressata intera e quella con le carni tagliate rigorosamente a mano), il formaggio pecorino,
prodotto da pascoli ricchi di erbe aromatiche della montagna apollinea e la pasta di casa.
Nelle comunità arberesh, poiché la farina non mancava mai, si ricorreva spesso alla pasta di casa elaborata in varie
forme (shtridhelat, strangulerat, rrashkatjelerat, dromsat, ecc.) condita da sughi semplici esaltati da ricotta stagionata
e da erbe spontanee profumate, oppure insaporita da sughi di carni tenere.
Tra i secondi piatti protagonisti della tavola sono il capretto e l'agnello lattante, nonché le frattaglie con e senza
salsa piccante.
Su una buona tavola non possono poi mancare il vino rosso D.O.C. del Pollino e i dolci tipici (bukonotrat, skalettat,
krustulit, peta, cici, ecc.).
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I musei di Civita
Il museo della Filanda
L'eco-museo della filanda di Civita, sorto nel 2010 per volere dell'Amministrazione comunale e dell'Associazione Iris
Cooperativa Onlus, con l'intento di ripercorrere non solo le antiche tradizioni locali ma soprattutto di rivalutare una
operosità e una attività produttiva intensa e quanto mai importante del passato civitese, quella della lana, è strutturato
in tre ambienti ciascuno con una sua funzionalità.
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Il museo etnico arberësh
Il museo etnico arbëresh di Civita si presenta come un prezioso scrigno di fonti materiali e documentarie della
locale comunità albanese e delle sue attività nel contesto territoriale; esso ricorda e soprattutto valorizza,
conservandole e consentendone una viva e dinamica fruizione, le tradizioni di un'etnia giunta in Calabria nel corso
delle ondate migratorie che coinvolsero il paese e che, nel Sistema museale provinciale, trovano conferma e ulteriore
vita nelle esposizioni dei musei ad essa dedicati.
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Ecomuseo del Paesaggio della Valle del Raganello
L'ecomuseo "Valle del Raganello" è un'istituzione che svolge in modo permanente, nel territorio da cui prende il nome,
le funzioni di ricerca, studio, conservazione e valorizzazione di tutti i fattori (beni culturali e naturali) che
insieme contribuiscono a creare quel territorio; esso valuta, pertanto, ogni elemento come parte di un tutto e, come
tale, imprescindibile dal contesto.
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